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URBAN.OPINIONS I

Una domanda, cinque risposte:

I.

MOTS I Visual Art Duo

Tra Portogallo, Polonia e Germania

“L’arte urbana dovrebbe apportare qualcosa di nuovo al luogo in cui viene eseguita, in particolar modo i murales su larga scala, avendo questi un impatto visivo enorme, in maniera simile a quello che fa l’architettura del paesaggio. Dovrebbe pertanto comprendere non solo l’espressione artistica, ma anche il contesto culturale e sociale. L’ultimo muro che abbiamo dipinto a Lisbona ne è un esempio: le dimensioni del dipinto murale, alto undici piani, ha di per sé una presenza pubblica tale che ignorarne l’ambiente e il contesto potrebbe risultare invasivo e farlo diventare solo un fastidio visivo. Sapendo che le opere d’arte non possono rispondere sempre al gusto di ognuno, chi vive in quella zona o ci passa accanto sarà costretto a vederlo ogni giorno, mentre noi facciamo solo il nostro lavoro e ce ne andiamo; ci troviamo pertanto ad affrontare queste domande e responsabilità. Detto ciò, pensiamo che l’arte urbana rompa la divisione fra l’artista e l’osservatore; porta tocco umano e carattere presso il pubblico, a quello che spesso viene definito un non-spazio, in cui i muri e gli edifici sono in primo luogo ciò che ci separa dagli altri”.

Website mots.pt Instagram mots.pt I  Facebook Mots

Immagini © Artists

II.

MAJA HÜRST

Zurigo, Svizzera / Berlino, Germania

“Lo scambio. Idealmente fa fermare le persone nel momento presente e le fa parlare nella vita reale. Penso sia molto importante che le persone non perdano la capacità di interagire senza il filtro di uno schermo”. 

Instagram majahuerst  

Immagini © Artista

III.

BASIK

Rimini, Italia

“Penso che l’arte urbana non sia molto diversa dall’arte contemporanea in generale. Per me è solo più collegata al contesto e, ovviamente, ha una vita più breve rispetto ai dipinti e alle tele eseguiti in uno studio, o a qualsiasi altra cosa prodotta per essere esposta in una galleria o in un museo. In un certo senso è letteralmente molto più contemporanea di qualsiasi altra forma di arte attuale perché vive, agisce e decade in un periodo di tempo assolutamente presente.

Detto ciò, l’arte urbana dovrebbe fare attivare la mente di chi la osserva e fargli mettere in dubbio ciò che si trova davanti, provocarlo persino, ma sempre in modo intelligente e discreto, per lasciare che le persone usino il pensiero critico e abbiano i propri pensieri, anziché fornirgli una risposta pigra a cui conformarsi.

È anche il motivo per cui non mi reputo un grande fan dell’arte urbana che vuole avere a tutti i costi un messaggio sociale: prima di tutto perché nell’era dei social media, pieni di attivismo superficiale, noto che è davvero facile sembrare ridondanti e, ad essere onesto, trattare  con condiscendenza l’osservatore a lungo andare; e in secondo luogo perché di sicuro ci vuole molto più di un murales per fare cambiare idea alle persone, quindi mi piace quando questo approccio viene portato avanti in maniera molto intelligente, anche se temo che sia qualcosa che accade di raro”.

Website basik.it Instagram basik  

Immagini © Artist and Anna Kooris

IV.

ELFO

Firenze, Italia

“Credo che l’arte di strada in passato abbia aiutato a distrarre dalla monotonia quotidiana. Oggi deve servire per distrarre dall’asfissia della rete”.

Website elfostreetart.blogspot.com Instagram elfo.hhaahha 

Immagini © Artista e Nicolo Taglia

V.

MICHAEL BEERENS

Parigi, Francia

“Credo che per poter rispondere a questa domanda sia prima necessario definire l’arte urbana. Se definiamo l’”arte urbana” come un’arte che si trova in un luogo pubblico, è importante sapere che è composta da diversi movimenti. Per cominciare c’è l’arte urbana “legale” (ad esempio il muralismo) e quella “illegale”. Ciascun movimento ha le sue motivazioni e la propria storia.

Personalmente, ho iniziato a dipingere per strada grazie ai graffiti e all’hip-hop. Sono cresciuto nella periferia parigina durante gli anni ‘90, e il movimento dei graffiti andava molto di moda all’epoca. Al tempo il mio lavoro era molto egoistico; volevo scrivere il mio nome ovunque e mi piaceva la scarica di adrenalina che provavo nelle sessioni notturne. Poi ho capito che c’era un pubblico che vedeva le mie opere e che potevo scrivere qualcos’altro oltre al mio nome, lanciare un messaggio, comunicare  con il pubblico tramite il dipinto.

È a quel punto che ho iniziato a creare opere con un messaggio, spesso legato all’ecologia, perché è un argomento a cui tengo da quando sono bambino, e ho avuto l’impressione che l’arte urbana fosse l’ideale a questo scopo, non essendoci un intermediario fra me e il pubblico, e quindi nessuna censura.

Credo che la bellezza dell’arte urbana (illegale) sia proprio la possibilità di essere completamente liberi di fare quello che si vuole (finché non ti beccano).

Oggi il mio lavoro è principalmente legale perché mi vengono commissionati murales o tele, oppure tengo dei workshop nelle scuole. Crescendo sono passato dalle proteste alla sensibilizzazione, ma dipingere è ancora il mio mezzo principale.

Credo che ogni ramo di questo movimento sia importante: a volte sfida le norme, a volte  crea identità in un luogo, a volte porta gioia grazie al colore, e molto altro. L’arte è importante per la società, e mi sembra necessario il fatto che sia visibile a tutti”.

Website michaelbeerens.fr Instagram michaelbeerens  

Immagini © Artista

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Novembre 2021

di Laura Vetter